Ti racconto la nostra Strategia di Compendio
Oggi vogliamo sapere sempre di più dalle organizzazioni: come impiegano le loro risorse, come gestiscono le loro esternalità, come si inseriscono nel tessuto sociale, economico e culturale dei loro territori di influenza. Ottenute queste informazioni, le compariamo con i nostri valori, la nostra etica e le nostre possibilità, così da poter prendere le nostre scelte quotidiane in maniera consapevole e critica. Lo facciamo noi, lo fanno i mercati.
Illustrazione di Marina Mogulska da Ouch!
In un tempo in cui proprio le informazioni sono alla base della vita delle comunità, è diventata vitale per le organizzazioni la capacità di soddisfare con la propria voce tale richiesta. Per questo, nell’ultimo secolo, la quantità di documenti prodotti dalle organizzazioni è aumentata esponenzialmente, con un balzo considerevole a partire dagli anni Settanta, quando l’avvento della digitalizzazione ha accelerato la rapidità di diffusione delle informazioni, rendendole più che mai una risorsa strutturale nel nostro sistema sociale, economico e culturale.
Negli ultimi anni, il centro della scena ha visto brillare la reportistica di sostenibilità, in particolare il Bilancio Sociale. È il rendiconto della responsabilità sociale d’impresa, documento in cui vengono messi a sistema gli aspetti economici con quelli socioculturali, ambientali e di gestione dell’organizzazione. Nello specifico, in Italia, con la Legge 106 del 18 giugno 2016, ha avuto inizio un processo che ha reso obbligatoria, a partire dal 2021, la pubblicazione del Bilancio Sociale per le organizzazioni iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) o quelle che dichiarano entrate (di qualsiasi tipo) superiori a un milione di euro.
Oggi le decisioni dei pubblici sono azioni informate.
In questi grandi contenitori di contenuti che sono i report di sostenibilità, spesso trovano posto storie, aneddoti, racconti, progetti, ricerche o semplici raccolte di dati, che rischiano di non essere mai notati, schiacciati dalla complessità dell’insieme e dalla mole generale di informazioni raccolte in una singola pubblicazione. Eppure, è molto importante che tutti i contenuti di interesse per l’organizzazione e i suoi pubblici non passino inosservati, così come deve essere semplice la loro individuazione in caso di ricerca successiva alla loro diffusione.
Il fine ultimo della Strategia di Compendio è il ventaglio di possibilità che si aprono a seguito del processo. Ogni narrazione, che sia un report o un romanzo, una storia o una scheda tecnica, racchiude al suo interno elementi informativi minimi, quanti di contenuti che in quella specifica modalità di accesso trovano una delle loro possibili forme. La Strategia di Compendio si propone di distillare questi quanti di informazione, attribuire a ciascuno etichette specifiche e, in questo modo, aprire alla possibilità di nuove connessioni semantiche.
Le tre fasi della Strategia di Compendio
Di cosa si parla?
La prima fase prevede l'analisi della narrazione: il suo messaggio, il suo contenuto, la sua struttura.
Quali sono i contenuti? Come le loro interconnessioni e le loro gerarchie ne influenzano la fruizione?
In questa seconda fase distilliamo i contenuti minimi, attribuiamo loro etichette semantiche e li raggruppiamo in possibili cluster di senso.
Questi contenuti possono dar vita a nuove narrazioni?
Nella terza e ultima fase ipotizziamo nuovi utilizzi dei contenuti minimi, in relazione agli obiettivi di comunicazione generali dell’organizzazione.
Perché scegliere la Strategia di Compendio per la tua organizzazione?
Applicare la Strategia di Compendio alle pubblicazioni dell’organizzazione consente di distillarne tutti i contenuti che hanno forza autonoma, aprendo a un ventaglio di possibilità e di connessioni sempre nuove. Potrebbe nascerne una piattaforma digitale online di raccolta, esplorazione e condivisione, ma anche un piano di comunicazione integrata per dare risonanza e memorabilità ai contenuti più importanti per l’organizzazione. Intendiamo quindi la Strategia di Compendio come lo strumento principe per dare vita a nuove idee e pensieri grazie a nuove connessioni e nuove letture di contenuti già esistenti nelle produzioni delle organizzazioni pubbliche e private, qualsiasi sia la loro dimensione.
Mi viene in mente una mia passione: mescolare pensieri, idee e concetti è un esercizio che da sempre mi entusiasma e diverte. Lo stupore di trovarmi davanti a qualcosa che non avevo mai visto prima, pur avendo tutto sotto gli occhi, non ha eguali. Ed è esattamente quello che succede grazie alla Strategia di Compendio: nuove connessioni, nuovi idee, nuovi punti di vista. Sarà bello farlo insieme.